Villa Adriana a Tivoli
L’area archeologica di Villa Adriana presenta accanto ai padiglioni nobili numerosi edifici di servizio utilizzati sia come magazzini che come ambienti riservati al personale. Una stima precisa del personale che viveva a Villa Adriana non è mai stata fatta. Comunque si calcola all’incirca migliaia di persone che qui vivevano e lavoravano stabilmente dal momento che la villa è paragonabile per dimensioni a una vera e propria città.
La Villa infatti originariamente doveva coprire un’area di ca.200 ettari.Uno di questi edifici destinati al personale viene a trovarsi nell’area compresa tra il cd.Pretorio e la Palestra delle Grandi Terme.
Villa Adriana descrizione dell’edificio
Il complesso di forma stretta e allungata si articola in due corpi di fabbrica ciascuno di quattro ambienti separati da un corridoio e dotati anche di una latrina. Alcuni sono singoli ambienti altri invece comunicano tra di loro formando un vero e proprio appartamento di tre vani e dotato ancora oggi di pareti affrescate in parte ancora visibili. All’interno di uno di questi vani si trova anche una base rettangolare. Che forse fungeva da Larario, l’altare domestico dove veniva venerato il Lar familiaris. Oppure poteva trattarsi di un altare dedicato al Genio dell’Imperatore.
La fronte principale del complesso si sviluppa lungo il lato che guarda il cd.Pretorio dal momento che le porte di accesso di ogni singolo ambiente sono rivolte verso questo edificio. Questo padiglione doveva essere verosimilmente dotato anche di un piano superiore dal momento che sono stati trovati resti di scalini. Che vanno a chiudere il lato corto meridionale della latrina che veniva dunque a trovarsi nel sottoscale.
Latrina Multipla di Villa Adriana
La latrina multipla ha una forma allungata della misura di ca. due m di larghezza e cinque di lunghezza. La parete occidentale della latrina presenta ancora gli incavi dove un tempo alloggiavano le mensole che sostenevano il sedile marmoreo (poteva ospitare non più di 4 persone contemporaneamente) utilizzato per sedersi. Al di sotto vi è profondità di ca. 1,5 m. il canale fognario che da qui si allunga poi verso le grandi Terme.La pavimentazione della latrina è tutta in coccio pesto utilizzato anche come intonaco parietale. Il coccio pesto ha qualità idrauliche che gli vengono date dagli elementi in esso presenti:calce, sabbia, pozzolana, laterizio triturato.
Destinazione d’uso dell’edificio
L’edificio in questione abbiamo detto che aveva la fronte principale che dava sul cd.Pretorio. Per capire la destinazione d’uso del nostro edificio dobbiamo comunque prendere in esame anche il cd.Pretorio con cui è intimamente legato venendosi a trovare ai suoi piedi. Il cd.Pretorio è un complesso sostruttivo addossato allo sbancamento della collina ,che si apre a sud delle Grandi Terme. Esso fu realizzato per ottenere la platea superiore su cui viene costruito un padiglione nobile, panoramico che ha l’affaccio sul famoso Canopo di Villa Adriana.
La parte costruttiva era divisa in tre piani come testimoniato ancora in loco dai mensole in travertino che sostengono i solai. Queste feritoie strette e allungate erano a loro volta servite da ballatoi esterni raggiungibili da una scala in muratura ancora presente nell’angolo sud occidentale.
Il complesso viene genericamente indicato come Pretorio, in quanto si pensava nei secoli passati che qui alloggiavano i Pretoriani. In realtà trattandosi di ambienti molto stretti, privi di luce male si adattavano a essere utilizzati come cubicula. Ossia camere da letto e oltretutto destinate a militari di alto rango quali erano i Pretoriani.
L’ipotesi più accreditata e portata avanti da grandi studiosi quali l’archeologo Salvatore Aurigemma e Roberto Vighi è che si trattava di magazzini. E’ questa l’interpretazione più attendibile. L’edificio a spina invece, situato tra il Pretorio e le Grandi Terme era invece quasi sicuramente destinato all’abitazione del personale di servizio. Addetto alla manutenzione dei magazzini (che potevano ospitare merci di vario tipo, grano, derrate alimentari, legname…). L a presenza dei resti di affreschi rinvenuti negli ambienti farebbe inoltre pensare che il personale che qui risiedeva fosse di alto rango. E’ possibile che qui risiedeva il corpo di amministrazione addetto alla custodia delle merci, alla registrazione di esse, alle entrate e alle uscite etc…
Personale presente all’interno di un magazzino
Numerosi e varo era nei magazzini il personale subalterno, adibito a varie mansioni.
Questi potevano essere addetti alla servizi diversi
- contabilità
- tabularii
- dispensatores a frumento
- mensores)
- al carico e scarico delle merci
- nauticarii
- levamentraii
- horrerarii
- apothecarii.
Caratteri delle murature dell’edificio
I muri perimetrali dell’edificio presentano una cortina in opus mixtum. E’ questa la tecnica edilizia più diffusa a Villa Adriana. La cortina dei muri interni è invece realizzata con scaglie di tufo.
Questa soluzione si può forse giustificare con la volontà di sfruttare gli scarti di lavorazione in eccedenza e con il fatto che questo fosse un edificio di servizio.
I blocchetti tufacei dell’ opus reticultaum venivano infatti lavorati sul posto per via della presenza in loco delle cave di pozzolana. Era un modo anche per economizzare e utilizzare il materiale di scarto, non che per velocizzare i tempi di costruzione.
La caserma dei Vigili
Nel cuore della Villa ubicato tra i resti del Palazzo Imperiale e Il cd.Palazzo Invernale viene a trovarsi un edificio squadrato, su due livelli, con una grande porta carraia che viene comunemente chiamato Caserma dei Vigili. Questa attribuzione gli viene data perché l’edificio è molto simile a un padiglione che si trova a Ostia Antica.
Esso presenta le stesse caratteristiche costruttive ed è datato allo stesso periodo adrianeo. Quasi sicuramente l’edificio presente a Villa Adriana doveva essere più che una caserma dei vigili, o un grande magazzino destinato alle derrate o come ritengono la maggior parte degli studiosi un grande dormitorio destinato alla gente di servizio. All’interno si articola un cortile con pavimento a mattoni (Opus Spicatum) intorno al quale si aprono tre camere su ogni lato dotate di strette feritoie per il passaggio dell’aria e della luce.
Ubicata accanto all’edificio troviamo inoltre una grande latrina multipla. Che veniva utilizzata dal personale che risiedeva o lavorava all’interno. Di questo grande edificio e dove sono ancora oggi visibili tracce di una pavimentazione a mosaico con tessere bianche e nere. La grande latrina poteva ospitare fino a 10 persone contemporaneamente.
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